sabato 12 ottobre 2013

Intervista a Mauro Baldissoni, D.G. della Roma

Mauro Baldissoni


Queste le parole del direttore generale giallorosso Mauro Baldissoni rilasciate a Roma Channel


Tutti allo stadio per Roma-Napoli?
Io ci sarà quasi sicuramente la attendo con grande curiosità ed attenzione sarà importante vedere se la Roma riuscirà a continuare il percorso che ha intrapreso dando grande soddisfazione

22 luglio 2013 Mauro Baldissoni diventa nuovo direttore generale della Roma. Da tifosi a direttore generale quali sono state le sue sensazioni di quel giorno?
Non me lo sarei immaginato. Quel giorno ho accettato una richiesta della proprietà che si è ripetuta per un po’ di tempo. Ma quello che si è aggiunto è solo un ulteriore senso di responsabilità per dovermi occupare di qualcosa così importante per tanta gente, per me stesso e per la mia famiglia. Responsabilità che mi sentivo già da quando questa nuova proprietà ha acquisito la Roma perchè mi sentivo già direttamente e mi sentivo responsabile di quelli che erano gli eventi pur non avendo un incarico operativo, ossia non avendo la capacità d incidere in maniera diretta. Io questo lo ritengo un privilegio, perchè lavorare in un settore che ha un così immediato e diretto impatto con i sentimenti delle persone non può non essere considerato un privilegio, ma è evidente perchè è un impatto sulla gioia, sui sentimenti quelli più puri che ci portiamo dietro da quando siamo bambini, quelli che ci portiamo dentro di noi nella storia della nostra crescita, implica una responsabilità che non dobbiamo mai dimenticare di avere.

C’è stata poca pazienza nei confronti di questa società? Non parlo di tifosi ma di ambiente
I risultati aiutano, sono una cartina torna sole. Danno la possibilità di misurare quello che si sta facendo in maniera più semplice e diretta. Ila lavoro che si sta portando avanti dal primo giorno è un lavoro di profondità, si sta cercando di costruire qualcosa che possa durare nel futuro. Si sta cercando di costruire un futuro, si è iniziato dal primo giorno e si continua ora e non è cambiato molto. I risultati aiutano a vedere meglio che quello che si sta facendo può essere positivo, ma noi siamo parimenti concentrati su quello che deve essere il contorno ossia il campo e il metro settimanale del lavoro che si svolge. Un lavoro molto più ampio, ho citato il futuro perchè quello che riteniamo importante per questa società di calcio è quello di dare una continuità. Ci deve essere un’organizzazione solida ed efficiente, un lavoro che abbiamo avviato nel settore giovanile per rafforzarlo ancora di più, che tutti sanno essere di eccellenza soprattutto per l’impegno delle singole persone che se ne occupano. Stiamo cercando di dare a queste persone più risorse, non solo economiche, ma anche organizzative ed umane per fare ancora meglio di quello fatto oggi. Parlando ancora di futuro siamo concentrati in un progetto per realizzare una infrastruttura che è lo stadio. Sono tante le iniziative che ci occupano e impegnano per dare solidità anche in seguito. Quindi i risultati del campo sono soltanto la vetrina più scintillante del buon lavoro che si deve fare.


Ci sono altre iniziative per portare i piccoli alla squadra come quella del settore famiglie?
La nostra ambizione è sempre quella di vedere riconosciuto quanto di buono pensiamo di fare, poi non possiamo controllare quello che ritengono interessanti coloro che raccontano la Roma e quello che viene fatto nella Roma. Sono fiero di alcune iniziative, perchè essendo in questo progetto, sono un rappresentate della romanità e del tifo della Roma e ricordo le mie esperienze ed ho avuto la possibilità di suggerire alcune iniziative che sapevo potevano essere interessanti per i tifosi. C’era un tema sicurezza che preoccupava e allontanava le famiglie dallo stadio, quindi dedicare un intero settore alle famiglie era un modo per garantire che in quel settore non ci fossero problematiche relative alla violenza e all’ordine pubblico e quindi dare la possibilità alle famiglie di riavvicinarsi allo stadio

C’è anche un recupero della tradizione. A Trigoria un campo è stato intitolato ad Agostino Di Bartolomei
Si ci sono i campi A, B, C, l’A si chiama Agostino di Bartolomei il B e il C possono ancora prendere il nome di eroi della storia della Roma. Sappiamo quanto è importante la storia perchè è quello che siamo. Ricordare gli errori delle nostre esperienze vuol dire intensificare il nostro ricordo e rafforzare il legame. Continueremo ad omaggiare la nostra storia perchè il miglior modo per costruire il futuro.


La Hall of Fame?
E’ un progetto che ha voluto riconoscere l’eccellenza della nostra della Roma. Abbiamo dedicato un palco dello stadio ad ex giocatori, abbiamo detto a loro che lo stadio deve essere la loro casa. E’ stato toccante per me ricevere molte risposte di giocatori di tutte le epoche, molte mail di giocatori che non giocano da tanto con la Roma perchè si sono sentiti ricordati. Il calciatori che non gioca da tanti anni e si sente ricordato è felice di sentirsi ancora un protagonista anche se adesso è dall’altra parte

E’ possibile vedere Vincenzo Montella nella Hall of Fame?
Montella è esattamente il nostro problema. Noi abbiamo la necessità di far combinare il calendario della Roma con quello della Fiorentina per fargli ricevere in omaggio come gli altri. Abbiamo provato già due volte a chiamare il mister ma per problemi di calendario tra Roma e Fiorentina non ci siamo riusciti, aspettiamo l’evoluzione del calendario per trovare la data migliore. Il bella della Hall of Fame non è legato solo all’emozione dei premiati, ma anche il contorno. Nella prima manifestazione dove erano celebrati i primi 11 è stato bello vedere persone che non si vedevano da tanti anni.


Si deve creare anche un ponte con i giovani?
C’è gente che sta facendo un lavoro egregio per raccogliere testimonianze di quella che è la Roma del passato che oggi si possono trovare sul sito della società Sta per uscire anche un libro sulla Hall of Fame e spero che questo sia utile anche per i giovani tifosi.

Quali sono ambizioni di questa società?
Se noi non riconoscessimo le potenzialità di questa squadra e portarla ai vertici del calcio internazionale faremo un torto a tutti i suoi tifosi e ancora di più non potremmo fare questo lavoro. Le ambizioni devono essere illimitate, dobbiamo puntare all’eccellenza e dobbiamo poterci arrivare. Diverso sarebbe dire che la Roma è regina di Europa, ma dire che il nostro obbiettivo è portare la Roma ad essere la regina di Europa è doveroso.


Agnelli ha detto che c’è la possibilità di cedere Pogbà. Sabatini ha detto anche che è impossibile non valutare tutte le offerte. C’è una mobilità obbligata nel calcio?
Nulla è obbligato, ma una corretta gestione delle risorse passa anche per la valorizzazione dei calciatori e questo non vuol dire rinunciare alle proprio ambizioni e competitività. L’o detto anche quando si parlava di un potenziale trasferimento di Lamela, quando ho detto che ogni scelta di mercato si faceva nell’interesse della Roma e non implica una rinuncia alla competitività. Quindi anche decidere di cedere un calciatore promettente e valido o potenziale campione come Erik o Marcos non vuol dire dismettere un ruolo da potenziale protagonista, ma vuol dire muoversi in un mercato competitivo, internazionale dove ci sono competitori che hanno risorse maggiori a quelle della Roma e non si può pensare che ci sia un uomo che sia il proprietario che va a colmare i gap che ci sono con il Real Madrid e il Barcellona, squadre che hanno il fatturato più alto di tutte le altre squadre le mondo, è evidente che si ci deve arrivare per gradi, con una gestione corretta del patrimonio tecnico senza mai rinunciare alla competitività.

Il valore in borsa della Roma è raddoppiato, come si spiega questo aumento?
Non posso rispondere a questa domanda perchè la Roma è quotata e qualsiasi commento può essere una sollecitazione all’investimento. Questa è una squadra che mostra avere migliori risultati e quindi una maggiore solidità economica.

Ricavi in crescita rispetto all’ultimo esercizio?
Abbiamo avviato un percorso, vogliamo fare di più e meglio anche dal punto di vista dei ricavi per posizionare la Roma tra i club che siano attrattivi per quelli che sono gli sponsor, investitori nel calcio. Le grandi aziende che diventano partner. Vogliamo tra i brand calcistici essere i più interessanti per le migliori aziende e partner per incrementare i ricavi.


Cosa vuol dire entrare in Europa in chiave mercato?
Parlare di mercato ora sarebbe sciocco. Ora stiamo facendo una squadra che risponde bene ma deve ancora fr vedere il meglio delle sue potenzialità deve assemblare tutti gli elementi all’interno di essa con giocatori che non hanno avuto l’opportunità ancora di esprimersi al massimo.

Nessun commento:

Posta un commento